A ventanni di distanza dalla tragica alluvione del 94, i vertici locali di diverse associazioni di categoria fanno il punto su quanto accaduto, gli strascichi nel presente e i timori futuri.
A ventanni di distanza dalla tragica alluvione del 94, i vertici locali di diverse associazioni di categoria fanno il punto su quanto accaduto, gli strascichi nel presente e i timori futuri. «Lalluvione è stata una terribile calamità per tutta la città afferma Guido Migliarino, presidente Cna Asti ma ciò che si vive in questo periodo è un ciclone che dura ormai da circa 67 anni. Tantè che alcune imprese, che si erano salvate allepoca, sono state poi falcidiate dalla calamità economica. Di contro, non mi risulta che nellultimo anno e mezzo i nostri associati ci abbiano segnalato problematiche ancora legate al drammatico evento del 94. In particolare, alcune aziende avevano scelto di rilocalizzarsi. Nessuna è ancora in attesa dei contributi spettanti».
A confermare il quadro è Giorgio Dabbene, direttore Cna Asti, che annota: «Lalluvione di 20 anni fa è stata una gravissima calamità, ma quella economica attuale ha colpito duramente tutti i settori, in modo trasversale e molto diffuso». Dal canto suo, il presidente Migliarino si sofferma poi sul capitolo sicurezza. «Forse cè un po più di sensibilizzazione e di attenzione rispetto a certi temi. Ad esempio, si cerca di tenere più pulite le sponde fluviali, tra varie polemiche. Come sempre, infatti, bisogna fare i conti con le risorse disponibili. In tanti casi, non si riesce a fare interventi più mirati, con risultati perciò temporanei o marginali. Si veda il discorso legato al Borbore, uno dei punti più critici in città».
In occasione del ventennale interviene anche Claudio Bruno, direttore Ascom Confcommercio Asti: «La maggior parte delle nostre imprese colpite si è ripresa. In particolare, il 90% hanno riaperto i battenti doverano prima. Alcune, invece, per cui gli interventi di sistemazione erano superiori, si sono rilocalizzate. Al riguardo, va detto che le aziende fecero molto conto sulle proprie forze e la solidarietà. Anche su gli aspetti legislativi, che però furono più lenti. Basti dire che alcune situazioni fiscali sono stati definite solo 5 6 anni fa. Servirebbero dunque indirizzi e tempi diversi, molto più veloci, circa i provvedimenti per favorire le aziende, come sgravi fiscali e mutui agevolati, che devono essere immediati, perché le imprese non possono aspettare».
Bruno sottolinea poi che «oggi le opere per la messa in sicurezza a livello locale offrono la giusta garanzia, ma in generale, al di là del Tanaro, il governo del territorio necessita di più prevenzione e manutenzione». Un bilancio, in sintesi, arriva poi da Antonio Ciotta, presidente Coldiretti Asti: «Allepoca le nostre aziende a destra e sinistra del Tanaro andarono quasi completamente distrutte. Tuttavia, si rimboccarono con coraggio le maniche, con laiuto inoltre di tanti imprenditori agricoli volontari da tutta Italia, mentre la Coldiretti aveva creato ununità di crisi. In seguito, le imprese si sono abbastanza risollevate, anche se in certi casi è passato del tempo prima di percepire i contributi per riavviare lattività».
Non da ultimo, Ciotta richiama con preoccupazione lattenzione «sullallerta meteo, prevista da oggi a giovedì, per Piemonte e Liguria. Non cè stato purtroppo sostiene un intervento strutturale tale sul territorio da scongiurare un evento come nel 94. Anzi, oggi cè molta più edilizia tra il centro città e il Tanaro, di cui alcuni tratti sono in condizioni forse peggiori rispetto ad allora. Manca insomma una vera politica del territorio a livello locale e nazionale: Genova purtroppo insegna».
Manuela Zoccola